Nel digiuno neuroni catecolaminergici sopprimono risposte autoimmuni
DIANE
RICHMOND
NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 20 gennaio
2024.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Restrizioni dietetiche in grado di ottimizzare la
funzione immunitaria delle cellule T sono state osservate in natura, e
recentemente, studiando gli effetti del digiuno temporaneo o intermittente sull’immunità
nei mammiferi, sono sorti interrogativi circa la possibilità che le drastiche restrizioni
alimentari non protratte configurino una specifica strategia evolutiva. Le
verifiche sperimentali nel topo e nell’uomo hanno evidenziato un ruolo inconfutabile
del digiuno non troppo protratto nell’ottimizzare la funzione immunitaria, al
punto che questo effetto è stato oggetto di dibattito fra i biologi
evoluzionisti. In particolare, sono state avanzate due ipotesi contrapposte: 1)
l’ottimizzazione della funzione immunitaria da parte di brevi digiuni
costituisce una strategia evoluzionistica acquisita indipendentemente dai mammiferi
durante l’evoluzione; 2) l’effetto positivo di periodi di digiuno sulla
risposta immunitaria si è evoluto gradualmente come una funzione comune a tutti
vertebrati.
La definitiva soluzione della controversia si
ritiene si sia avuta con la pubblicazione il 20 giugno 2023 di uno studio di Kunming
Li e colleghi che, impiegando il modello della tilapia, hanno dimostrato gli
effetti della restrizione alimentare sulle cellule T. La tilapia, pesce
della famiglia dei ciclidi comune nelle acque tropicali americane, africane e
asiatiche, adottato come modello nella sperimentazione immunologica, ha
consentito di rilevare che le cellule T sono i principali esecutori della
risposta del sistema immunitario al digiuno e che la restrizione alimentare
modula in senso bidirezionale l’immunità dei linfociti T.
Lo studio ha anche rilevato che il digiuno di lunga
durata alterava la funzione immunitaria delle cellule T, inducendo autofagia,
apoptosi e infiammazione aberrante. Al contrario, il digiuno breve accresceva attivazione,
proliferazione e funzione delle cellule T, con una moderata autofagia in grado
di ottimizzare la risposta, manteneva l’omeostasi e alleviava infiammazione e
danno tessutale. In questo pesce, AMPK[1] è l’hub
che collega il digiuno all’immunità delle cellule T controllata da autofagia[2].
Questa esaustiva risposta al quesito evoluzionistico
è venuta quando in ambito neuroscientifico teneva banco una tesi che chiedeva
dimostrazione: per gli effetti del digiuno breve sul sistema immunitario,
come nei numerosi casi all’origine della stessa neuroimmunologia, potrebbe
intervenire direttamente il sistema nervoso centrale attraverso uno o
più sistemi specializzati di neuroni. Liang Wang e colleghi coordinati da Cheng
Zhan, indagando i possibili meccanismi che consentono
al digiuno temporaneo di regolare la risposta immunitaria, hanno identificato nel
topo uno specifico ruolo di cellule nervose troncoencefaliche.
(Wang
L. et al., Fasting-activated ventrolateral medulla neurons regulate T
cell homing and suppress autoimmune disease in mice. Nature Neuroscience – Epub ahead
of print doi: 10.1038/s41593-023-01543-w,
2024).
La provenienza degli autori è la seguente: Department
of Hematology, The First Affiliated Hospital of USTC, Center for Advanced
Interdisciplinary Science and biomedicine of IHM, Hefei National Research
Center for Physical Sciences at the Microscale, School of Life Sciences,
Division of Life Sciences and Medicine, University of Science and Technology of
China, Hefei (Cina); School of Life Sciences, Fudan
University, Shanghai (Cina); Tsinghua Institute of Multidisciplinary Biomedical
Research, Tsinghua University, Beijing (Cina); National Institute of Biological
Sciences, Beijing (Cina); School of Sport Science, Beijing Sport University,
Beijing (China).
Nel topo, il segmento di tronco encefalico omologo
del bulbo o midollo allungato umano ha nella sua porzione ventrolaterale
(VLM, ventrolateral medulla) una
regione cruciale per il controllo viscerale e somatico, che costituisce anche
una significativa fonte di impulso sinaptico al midollo spinale. La sua
importanza fisiologica continua a motivare studi volti a comprendere e definire
i numerosi ruoli svolti dalle sue popolazioni neuroniche. I principi di
organizzazione morfo-funzionale di VLM non sono ancora stati compresi e, visto
che l’espressione genica dei suoi neuroni ne indica affidabilmente la funzione,
si sta creando una raccolta di dati mediante il sequenziamento RNA di singole
cellule. Dana C. Schwalbe e colleghi hanno in tal
modo identificato, su 114.805 cellule VLM, 23 sotto-tipi di neuroni, esclusi
quelli del nucleo olivare inferiore, e 5 sotto-tipi di astrociti; 7 sotto-tipi
di neuroni erano cellule di proiezione al midollo spinale. L’insieme dello
studio ha cercato di delineare l’organizzazione delle cellule autonomiche, respiratorie
e di proiezione spinale[3].
Fino al 2012 era ignota la funzione dei neuroni
colinergici di VLM, quando Stornetta e colleghi
hanno dimostrato che aree afferenti sensoriali sono bersaglio dei loro
terminali assonici[4].
Tanto premesso su VLM nel topo, ritorniamo a due
effetti del digiuno di cui si ha certezza sperimentale: 1) influenza la
distribuzione e la funzione di cellule immunitarie; 2) esercita un potente effetto
immunosoppressivo.
Prendendo le mosse da questi effetti e da studi su
VLM nel topo, Liang Wang e colleghi hanno rilevato che neuroni
catecolaminergici di VLM sono attivati durante il digiuno, e che tale
attivazione influenza la distribuzione delle cellule T e lo sviluppo della
malattia autoimmune in un modello murino di encefalomielite autoimmune (EAE).
L’esperimento di ablazione dei neuroni
catecolaminergici in VLM in gran parte riportava la distribuzione delle cellule
T modificate dal digiuno alla disposizione precedente. L’attivazione di questi
neuroni conduceva le cellule T a ritornare al midollo osseo in un modo
dipendente dall’asse CXCR4/CXCL12, che può essere mediato da un circuito
neurale che stimola la secrezione di corticosterone. Similmente a quanto accade
nel digiuno, l’attivazione continua dei neuroni catecolaminergici di VLM
sopprimeva l’attivazione delle cellule T, la proliferazione, la
differenziazione e la produzione di citochine in modelli murini di malattia
autoimmune e, sostanzialmente, alleviava le manifestazioni sintomatologiche
della patologia.
Nell’insieme, i risultati emersi dalle osservazioni
sperimentali, per il cui dettaglio si rimanda al testo integrale dell’articolo
originale, dimostrano un controllo neuronico della distribuzione delle
cellule T e dell’infiammazione, suggerendo un meccanismo neurale sottostante
il processo di immunoregolazione da digiuno.
L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del
sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Diane
Richmond
BM&L-20 gennaio 2024
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16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica
e culturale non-profit.
[1] La proteinchinasi attivata da 5-adenosina
monofosfato (AMP-activated Protein
Kinase, AMPK) è una chinasi che svolge un ruolo
importante nell’omeostasi energetica cellulare, attivando la captazione e l’ossidazione
di glucosio e acidi grassi quando è basso il livello energetico.
[2] Kunming Li et al. Dietary
restriction to optimize T cell immunity is an ancient survival strategy
conserved in vertebrate evolution. Cell Mol Life Sci. 80 (8): 219, Jul
20, 2023 – AOP doi: 10.1007/s00018-023-04865-x, 2023.
[3] Dana C. Schwalbe,
et al. Molecular organization of autonomic, respiratory, and
spinally-projecting neurons in the mouse ventrolateral medulla. bioRxiv – Epub ahead of print doi:
10.1101/2023.11.15.564801, 2023.
[4] Ruth L. Stornetta,
et al. Cholinergic neurons in the mouse rostral ventrolateral
medulla target sensory afferent areas. Brain Struct Funct
(online Mar 30, 2012) 218 (2): 455-475, 2013.